L. ROSSETTI - INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)


Testimone

In ambito paleografico sono detti «testimoni» (o testimonia) tutti gli esemplari manoscritti di un certo testo, i quali collettivamente costituiscono il punto di partenza obbligato della critica del testo. L’insieme dei testimoni di una data opera ci dà infatti il quadro completo delle evidenze testuali e quindi anche la gamma delle varianti tra le quali l’editore si riserva di fare una scelta ragionata. Le ulteriori informazioni che può offrire la tradizione indiretta non vengono propriamente incluse fra i testimoni. La molteplicità dei testimoni consente sia di individuare delle «famiglie» di esemplari che derivano dal medesimo archetipo (perché ne riproducono regolarmente determinate particolarità: di particolare aiuto è la rilevazione di errori ricorrenti), sia di costituire un «albero genealogico» dei testimoni: il cosiddetto stemma codicum. — La filologia classica considera «testimoni» le informazioni collaterali che permettono di ascrivere una certa dichiarazione a un dato autore, quindi i passi in cui si riporta la frase (o la si richiama in modo più o meno sommario) riferendola all’autore A o all’autore B. Servono ai fini dell’ascrizione, eventualmente ai fini della costituzione del corpus dei frammenti di un dato autore. Quando si occupano di testimoni nel senso in cui il termine viene usato dai paleografi, i filologi preferiscono parlare di tradizione diretta e indiretta.


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