L. ROSSETTI - INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)


Critica del testo

È la ricerca finalizzata a risalire alla formulazione originaria, autoriale (come talvolta si dice) di un certo scritto, partendo dall’insieme dei testimoni disponibili. Nel caso dei testi greci e latini, sugli esemplari pervenuti pesa l’accumulo di piccole sviste e possibili manomissioni di maggior rilievo. Da qui si deve necessariamente prendere le mosse, perché non ci sono alternative (nemmeno l’esemplare papiraceo è un’alternativa, se anch’esso è una copia di altre copie). A tale scopo si procede alla recensio dei testimoni, alla costituzione dello stemma e ad altre forme di collatio, con eventuale ricorso alla coniectura e alla emendatio. Mentre la prima di queste operazioni ha relativamente poco di congetturale, le altre richiedono l’elaborazione di criteri per stabilire, sulla base degli indicatori più diversi, se è pensabile che singoli dettagli siano congruenti con l’insieme e compatibili con gli usi linguistici e l’enciclopedia personale dell’autore, se sono cioè sensati e verosimili. La critica del testo si configura pertanto come una restitutio che include la rimozione di ciò che è stato verosimilmente aggiunto, manomesso e/o frainteso e l’eventuale reintroduzione di ciò che è stato verosimilmente omesso. Richiede quindi di risalire, per quanto possibile, alla stessa verosimile ratio delle trasformazioni che il testo ha di volta in volta subito nel passaggio di copia in copia. — Si hanno ulteriori complicazioni allorché prende forma il sospetto che l’opera non sia stata scritta dall’autore a cui viene attribuita e quando le fonti attribuiscono la stessa opera (ovvero la stessa frase: per esempio una massima) ad autori diversi. Il naturale punto di arrivo di simili ricerche è l’edizione critica.


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