L. ROSSETTI - INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)


Metafora "fossilizzata"

Già Quintiliano definiva la metafora (gr. metafor£ [metaphorá], «trasferimento», e non solo del senso di una parola) quale similitudo brevior, cioè quale significato aggiuntivo di cui viene caricata una parola in base a una qualche associazione di idee innovativa. Il famoso enigma della Sfinge, ad es., propone un intero gruppo di slittamenti metaforici: "qual è quell’animale che all’alba è quadrupede, a mezzogiorno bipede e al tramonto tripede?". Quando una data metafora entra nell’uso comune, è tuttavia facile dimenticarsi del tutto dello slittamento metaforico che è alla sua origine, per cui diviene non intuitivo andare con la mente all’associazione di idee da cui dipende il senso derivato del termine. Il suo campo semantico può cambiare e la consapevolezza dello slittamento metaforico dissolversi, nel qual caso la metafora diventa una sorta di fossile ormai privo di vita (o meglio: di valore comunicazionale, di specifica capacità evocativa). Qualche esempio nella sez. 13.3 del volume.

 


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