L. ROSSETTI - INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)


Akmé

«Punta» o «culmine» (gr. ¢km»). Il termine è stato largamente utilizzato per fissare la cronologia di autori ed altri personaggi della Grecia arcaica e classica in base al presupposto che la vita umana raggiunge il suo culmine — o il suo "mezzo" — a quarant’anni (e non a trentacinque come ebbe a teorizzare Dante). In questo campo hanno un ruolo di primissimo ordine i dati di carattere cronologico, dalla guerra di Troia (che viene datata al 1184) al 144 a.C., che vennero raccolti da un erudito del II secolo d.C., Apollodoro di Atene, in un’opera intitolata Chroniká. Una scelta di Apollodoro consistette nell’indicare l’akme quale sostituto della data di nascita o, a volte, per indicare il periodo di maggior affermazione e notorietà del personaggio considerato. A sua volta l’akme era indicata facendo riferimento alle Olimpiadi (es.: un certo personaggio «½kmaze [ekmaze], raggiunse l’akme nel terzo anno della novantaduesima Ol.»). I non pochi riscontri possibili — in effetti l’opera non ci è pervenuta, è stata però sistematicamente utilizzata da più autori, in particolare da Diogene Laerzio nelle sue Vite — mostrano che i dati offerti da Apollodoro sono spesso attendibili e precisi.


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